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La cattedrale di Piacenza
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L'interno della Cattedrale è caratterizzata da numerose testimonianze scultoree che sono comunque poco evidenti, nei capitelli dei pilastri posti a grande altezza, al di sopra delle chiavi dei grandi archi longitudinali, disseminate sui pilastri stessi della navata e del transetto. Questa presenza discreta nulla togli in ogni caso all'interesse artistico ma soprattutto storico di queste sculture.
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Le lastre sulle chiavi d'arco
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In corrispondenza delle chiavi degli archi della navata sono inserite delle lastre raffiguranti profeti (a destra) e sante venerate nella Cattedrale al tempo della sua costruzione (a sinistra). |
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Sul lato sinistro, a partire dall'entrata, troviamo: Santa Giustina, patrona di Piacenza, Santa Cristina, Madonna col Bambino, Santa Candida e Santa Paolina.
Si tratta di rilievi caratterizzati da un raffinato ma convenzionale grafismo per quello che riguarda le pieghe dei vestiti dove però non manca la ricerca della plasticità. Mentre la parte inferiore dei corpi tende all'appiattimento ed alla frontalità, la parte superiore si stacca con decisione dal fondo; le teste sono scolpite a tutto tondo e fuoriescono decisamente dai limiti della lastra.
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Sul lato destro sono raffigurati cinque profeti non identificabili (a parte uno, Davide) che hanno probabilmente hanno profetizzato qualcosa nei confronti di Maria.
Le statue appaiono meno raffinate di quelle del lato sinistro; anche se in genere i corpi si staccano maggiormente dal fondo, la loro maggiore frontalità e rigidità le fa apparire come il prodotto di un atelier più arcaico anche se probabilmente coevo al precedente (in particolare i volti hanno le stesse caratteristiche di quelli della Sante e dei personaggi delle formelle dei Paratici, stessi occhi globulari, stesso viso squadrato).
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Le formelle dei Paratici
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Un insieme scultoreo di grande interesse è costituito dalle formelle dei Paratici o delle corporazioni. Le corporazioni hanno contribuito alla costruzione dei pilastri della chiesa e hanno tramandato questo impegno con l'inserimento sui pilastri stessi di formelle dedicatorie. Queste formelle sono sparse su un certo numero di pilastri della navata e del presbiterio.
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La prima che si incontra entrando nella chiesa è quella dei venditori di stoffe, sulla prima colonna di destra: sul listello si legge HEC EST COLONA STACIONARIORUM. Si noti lo scorcio dei rotoli di tessuti nell'armadio a sinistra. |
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Sulla seconda colonna di destra si trova la formella dei conciatori di pelli: HEC EST COLONA PELLIPARIORUM
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Sulla prima colonna di sinistra si trova la formlla dei calzolai: HEC EST COLONA CERDONUM.
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La seconda colonna a sinistra ospita la formella dei Carradori: la scritta IOHANNES CACAINSOLARIO indica il Magister della corporazione mentre la formella lo raffigura mentre sta rifinendo la ruota di un carro.
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Sulla colonna mediana del transetto destro si trova la formella dei Panettieri: HEC EST COLUMNA FORNARIORUM è scolpita sulla chiusura del forno.
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Sempre su una colonna del transetto destro si trovano due formelle.
La prima raffigura un uomo ed una donna in conversazione;
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la seconda raffigura un pellegrino con bastone e bisaccia, l'Anonimo Piacentino che nel 570 andò in pellegrinaggio in Terrasanta lasciando la preziosa relazione conosciuta come Itinerarium Antonini Placentini
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I capitelli
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lIl corpus scultoreo della Cattedrale contempla anche un insieme di capitelli istoriati, generalmente posti in alto e pertanto difficilmente osservabili. Fanno eccezione quelli dei pilastri di controfacciata.
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Quello di sinistra raffigura il martirio di Santo Stefano: la mano di Dio discende sul martire mentre viene colpito dai sassi degli aguzzini.
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Quello di destra è dedicato alle storie di Davide: la perplessità di Saul, il giovane Davide che prima si appresta a lanciare la pietra con la fionda e poi taglia la testa al gigante morto.
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