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Santa Maria Assunta a Fornovo
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La pieve di Fornovo presenta una struttura a tre navate originariamente preceduta da un portico aperto che poi è stato chiuso con quella che è la facciata attuale assumendo l'aspetto di un vero e proprio nartece.
Come in tanti casi simili, la chiese ha risentito di un radicale restauro che comunque ha restituito un aspetto romanico alla chiesa. Rimane inoltre l'interesse per il notevole patrimonio scultoreo.
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La porta laterale destra del nartece è decorata con questo archivolto a gradini raffigurante scene di lotta tra animali.
Lo stile richiama un analogo archivolto di Bardone (stesso profilo a gradini) anche se questo ha un aspetto più "romanico" che sembra farlo risalire ad una data anteriore.
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Lo stile delle figure scolpite richiama influenze provenienti dalla Persia.
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Il pulpito smembrato
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Anche la pieve di Fornovo è stata dotata verso la fine del XII secolo di un monumentale pulpito i cui componenti rimasti sono conservati all'interno della chiesa e sono satti murati nella facciata.
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La lastra frontale del pulpito narra liberamente la leggenda di Santa Margherita di Antiochia.
La narrazione si distende su due registri ed è contornata da una cornice a rosette che sembra essere la firma della bottega antelamica che ha prodotto i pulpiti di Parma e Bardone.
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Il rilievo non segue ordinatamente la narrazione della leggenda che pertanto non è sempre facilmente riconoscibile. Si comincia in alto a destra e si procede verso sinistra (come nella scrittura araba) saltando da un registro all'altro.
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Margherita pascola il suo gregge di pecore e capre. Affascinante il dettaglio naturalistico delle capre che si alzano in piedi per raggiungere i germogli più alti. Il governatore pagano della provincia, Olibrio, raffigurato in trono con lo scettro in mano, nota la fanciulla.
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Gli ambasciatori di Olibrio si avvicinano alla ragazza che li respinge tenendo in mano il Vangelo.
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L'attenzione si sposta alle scene di tortura che seguono il rifiuto.
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Dapprima viene legata ad una scala per essere fustigata.
Di sopra si vede la Santa legata ad un'impalcatura mentre gli aguzzini le portano via brandelli di carne con degli uncini.
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Non essendo riusciti ad ucciderla, gli aguzzini portano Margherita nelle prigioni dove deve resister alle tentazioni del Demonio che in forma di drago la ingoia.
Ma con una croce la santa riesce a quarciare la pancia del drago ed a salvarsi.
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Successivamente il demonio ma visita nella forma di uno schiavo nero legato ma lei, riconosciutolo, lo fa fuggire usando una frusta.
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Molto interessante è perdersi nella ricerca dei dettagli descrittivi e naturalistici. I gesti di saluto della ragazza e del pastore, l'intreccio dei rami dell'arbusto su cui le capre stanno mangiando...
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... la treccia che scende sulla spalla di Margherita che si sta avviando al supplizio...
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... la frusta con la quale la santa sta colpendo l'Uomo nero...
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... la mano che fuorisce dal ventre del drago con la croce che lo ha squartato mentre, contemporaneamente, la ragazza è ritratta in preghiera.
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Sulla facciata sono murate le due lastre laterali del pulpito.
La prima raffigura delle pene infernali in una composizione complessa e ricca di figure.
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Al centro un usuraio viene sovraccaricato di sacchi e di un grosso forziere da diavoli che si prendono gioco di lui.
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A sinistra la bocca dell'inferno (già gotica nella sua concezione) ingoia le anime dannate.
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A destra altre anime sono immerse in un calderone di pece bollente.
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L'artista non limita la sua fantasia nel trovare immagini raccapriccianti per le anime dei dannati!
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La terza lastra raffigura due lottatori avvinti per le braccia con due oggetti, forse delle mazze, sospesi sopra di loro.
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Sul lato corto due personaggi, forse due profeti, raffigurati a figura intera in una posa rigida che contrasta con la vivezza della scena di lotta.
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All'interno della chiesa si trovano anche due telamoni che forse derivano anch'essi dal pulpito smembrato.
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Di sicuro proveniente dal pulpito è l'aquila, tutt'ora utilizzata come leggio.
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Altre sculture erratiche
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La più interessante scultura posta in facciata è la statua, eseguita quasi a tutto tondo, di un personaggio misterioso da alcuni descritto come un pellegrino.
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Di certo la statua non mostra alcuna delle caratteristiche di un pellegrino (il bordone, la fiasca, la bisaccia).
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Appare al contrario con un pesante cesto sulle spalle, con un secchio, una bisaccia e soprattutto con varie chiavi appese alla cintura. Si tratta forse di una scultura votiva?
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Ai lati del portale di facciata si trovano due capitelli, forse gli unici oggetti scultorei tutt'ora in situ.
A sinistra un centauro si appresta a colpire un mostro alato; sulla sua groppa un uomo regge un fascio di frecce.
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A destra una coppia di coniugi si tengono l'un l'altra le mani; contemporaneamente la donna tiene in grembo anche la mano di un diavolo nascosto dietro l'angolo.
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Nella parte interna appare un cavaliere assai deteriorato.
Il senso preciso di queste scene è oscuro anche se se ne intuisce il messaggio etico.
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All'interno del nartece sono murate due statue raffiguranti un Vescovo ed un Re.
Si tratta di sculture di esecuzione molto grossolana che ricordano le simili statue della pieve di Bardone, forse dovute alla stessa mano.
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I capitelli del nartece
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Nel nartece troviamo alcuni capitelli che possono essere fatti risalire alla stessa epoca delle altre sculture ed altri che, per lo stile goticizzante, devono essere riferiti al XIII secolo innoltrato
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Appartiene alla prima serie il capitello con il leone che lotta con un drago ed altri mostri.
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Il secondo capitello raffigura il Peccato Originale.
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A sinistra un uomo avvolto dalla vegetazione. Segue la raffigurazione del momento in cui il serpente si avvicina ad Eva per tentarla; dalla parte opposta dell'albero Adamo non si accorge.
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Segue l'episodio in cui Eva prende la mela dalla bocca del serpente e la scena della cacciata
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Curiosamente i Progenitori sono raffigurati vestiti prima del peccato e nudi durante la cacciata.
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I capitelli gotici hanno una corona di foglie a crochet sotto la quale si distribuiscono delle scene. Il primo sembra avere un significato moraleggiante...
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A sinistra un suonatore di viella ed un asino che suona la lira; segue la probabile raffigurazione di Melampo con i serpenti che gli leccano le orecchie trasmettendoli la capacità di comprendere gli animali. Dalla parte opposta due giovani (l'uomo con un falco in mano) sembrano danzare.
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Il secondo capitello gotico è decorato di una sequenza di coppie di animali araldicamente affrontati
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Tra gli animali ed i draghi, una coppia di uomini barbuti che sembrano abbracciarsi.
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