Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale di Terracina
L'interno della chiesa è stato pesantemente ristrutturato nel '700. Dell'originaria struttura rimangonosei coppie di colonne (in origine otto) con capitelli rifatti in stucco, il presbiterio sopraelevato, il pavimento marmoreo e alcuni componenti dell'arredo, tra cui il prezioso pulpito affiancato dalla colonna pasquale datata 1245 in una iscrizione sulla base.
Il pulpito è a cassa con lettorino frontale sostenuto da cinque colonne di cui quelle esterne poggianti su sculture raffiguranti leoni e pecore. Doveva essere affiancato da un altro posto dalla parte opposta, di cui restano solo lastre erratiche.
La parte frontale della cassa dà risalto a due lastre di porfido delimitate da decorazioni a tarsie e da cornici marmoree decorate a palmette.
Nella parte inferiore del lettorino si trova il rilievo raffigurante Abisso, tipico delle pulpiti campani. A questi (Salerno, Sessa Aurunca, Teano) rimanda lo stile del pulpito di Terracina.
Ai lati della cassa la decorazione geometrica a tarsie viene sostituita con la raffigurazione di due ceri.
ASugli altri lati maggiore spazio viene dato alla fantasia dei decoratori che disegnano schemi decorativi di grande rigore geometrico.
Lo stile delle decorazioni rimanda a maestranze di formazione campana, certamente non immuni da influenze arabe.
I capitelli delle colonne rivolte verso la navata sono scolpiti con cornucopie e naturalistici telamoni.
Più semplici sono gli altri tre capitelli, di tipo corinzio.
Le colonne verso la navata sono sorrette da leoni stilofori.
Sull'altro lato i leoni sono sostituiti da due pecore qualitativamente meno riuscite.
Il candelabro del cero pasquale è costituito da una colonna tortile poggiante su due leoncini accucciati e terminante con un capitello corinzio su cui poggia il sostegno del cero. La base riporta l'iscrizione:

"CRUDELES OPE. / A.D. MCCXLV MENS OCT DIE ULTIMA".

Le fasce avvolgenti sono decorate con intarsi in pasta vitrea e lamine auree. La tipologia del candelabro rimanda alla bottega del Vassalletto, membro di una importante famiglia di marmorari romani.
La chiesa è stata pesantemente ristrutturata in epoca barocca ma è stata mantenuta la struttura che prevede un presbiterio rialzato con tre altari ognuno dei quali dotato di fenestrella confessionis e di ciborio. Quello dell'altare centrale è andato disperso.
I due altari laterali invece conservano i cibori di tipo romano, coperto da un tetto piramidale sostenuto da colonnine.
I capitelli delle colonne sono reinterpretazione del tipo corinzio classico.
La fenestrella dell'altare centrale è preceduta da un pavimento decorato presumibilmente con le lastre del perduto pulpito destro.
Molto bella è la tarsia raffigurante due uccelli che si abbeverano ad un cantaro.
Molto interessante è la lastra ricoperta da raffigurazioni di animali mostruosi.
La navata conserva buona parte dell'originale pavimento marmoreo, costituito da insiemi di rotae unite tra loro da nastri.

La composizione non prevede, secondo lo stile romano, una chiara identificazione dell'asse longitudinale del pavimento.

Secondo lo stile campano le rotae si intrecciano anche su una dimensione trasversale creando composizioni di grande bellezza che, lungi dall'essere solamente di valore estetico, assumono significati in relazione col progressivo avvicinarsi al luogo della rivelazione divina, l'altare.
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