Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale di Santa Maria Assunta e San Cataldo a Taranto
La cattedrale di Taranto si trova sull'isoletta che si eleva sullo stretto che mette in comunicazione i due Mari dove sorgeva l'acropoli di Taras, capitale della Magna Grecia. In epoca romana il centro si spostò verso la terraferma per poi tornare sull'isola in epoca medievale. La chiesa attuale, costruita tra il 1094 ed il 1160, integrò una precedente chiesa dedicata a S. Cataldo che aveva una pianta croce libera e che costituisce probabilmente l'attuale capocroce della cattedrale. La necessità di integrare la chiesa precedente ha causato l'orientamento opposto della chiesa. Ampiamente restaurata, la cheisa conserva comunque alcuni elementi di interesse.

All'incrocio dei bracci del transetto con la navata si eleva un tamburo cilindrico percorso da archetti ciechi su semicolonne.

I bracci del transetto sono percorsi dalla stessa sequenza di archetti su semicolonne e sono aperti da rade monofore di tipo arcaico.
La navata è pecorsa da serie di archi ciechi ma è difficilmente valutabile in quanto molto restaurata. All'estremità orientale nel XIV secolo venne costruito un massiccio avancorpo (la "Lamia") utilizzato come pantheon delle famiglie illustri.
Il lato Nord riprende la stessa struttura; sono qui più evidenti gli effetti decorativi ottenuti accostando pietre di diverso colore.
Al braccio Nord del transetto si affianca un campanile ricostruito in maniera arbitraria al posto di quello riginale di tipo lombardo. Sulla facciata sono stati inseriti dei rilievi medievali con scene di omaggio.
L'interno atre navate su colonne di reimpiego è ricoperto da un soffitto cinquecentesco e collega la Lamia al presbiterio costituito da tre dei quattro bracci della chiesa originaria.
I bracci del transetto sono voltati a botte e conservano parte delgi archi ciechi che dovevano scandire tutta la superficie; altri archi ciechi si osservano sulle termnazioni orientale delle navatelle.
Parte dei capitelli sono di fattura tardoantica: l'utilizzo raffinato del trapano fa pensare a maestranze greche.
Altri capitelli sono di fattura medievale e testimoniano una varietà di fonti di ispirazione. Sarcofaghi classici, capitelli corinzi classici, capitelli tardoantichi bizantini.
Molto interessante è il capitello dove la sequenza delle foglie è interrotta con l'inserimento disordinato di elementi figurati di ispirazione bizantina.
Nella navata si conservano pochi resti del pavimento musivo che doveva ricoprirla completamente. L'opera è datata 1160.
Sotto il presbiterio si estende la cripta, sorretta su spezzoni di colonne e con volte ricadenti su semplici lastre di pietra. L'origine dell'ambiente è antico anche se appare ovvio che gli archi ogivali delle coperture sono stati eseguiti in una seconda fase costruttiva.
Nella cripta si conservano alcuni affreschi databili tra il XIV ed XV secolo. Il più interessante raffigura S. Cataldo in abiti vescovili, la Maddalena e S. Maria Egiziaca che riceve la comunione da S. Zosimo.
Vi si conserva inoltre un sarcofago con un rilievo raffigurante un'anima sollevata da angeli. Pur di caratteristiche arcaiche, il sarcofago risale a non prima del XIII secolo.
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