Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Sant'Adriano a San Demetrio Corone
La chiesa di San'Adriano è un edificio risalente alla fine dell'XI secolo che unisce nella struttura architettonica e nell'impianto decorativo influenze occidentali, portate dai normanni, ed orientali. La chiesa attuale ha una facciata a doppio spiovente recentemente liberata da sovrastrutture ottocentesche; il campanile e l'atrio sul lato meridionale risalgono anch'essi ad epoca moderna.
La facciata presentava un portale con protiro su leoni stilofori, ora scomparso, e tre finestre di cui quella di sinistra conserva la cornice a dentelli. Si notino gli incavi che dovevano ospitare dei bacini ceramici.
Il fianco settentrionale, scandito da lesene, è aperto da un semplice portale a doppio rincasso ed arco a pieno centro.
Lo stipite destro del portale è decorato da due mascheroni che emettono tralci vegetali dalle bocche. Il rilievo è accurato pur nella semplicità del disegno; il trapano è usato per accentuare i dettagli.
Sotto la linea di gronda si vedono ancora gli incavi dei bacini ceramici.
L'interno è a tre navate su colonne (per la prima campata) e pilastri. La parte absidale, ristrutturata nel seicento, presentava un'unica abside centrale.
La struttura della navata riprende pertanto le caratteristiche basilicali occidentali anche se è in dubbio la presenza originaria di una cupola; le copeture lignee attuali sono di ricostruzione
La colonna sinistra ha un bellissimo capitello di fattura bizantina, forse di spoglio; la base presenta una decorazione a foglie.
Molto bello è il pavimento policromo ad opus sectile, composto dall'accostamento di tessere di marmo di spoglio o di pietra locale.
Tra i pannelli sono inseriti dei riquadri a mosaico che raffigurano animali dal significato simbolico.
Un serpente avvolto tre volte su se stesso ed il cui corpo (le scaglie rese con piccole tessere triangolari) crea tre nodi.
Una pantera dal corpo a riquadri policromi.
Un altro serpente disegna un otto con le sue spire.
Un serpente ed una pantera affrontati si contendono una preda irriconoscibile.
Lo stile e l'iconografia del pavimento lo riportano a quello dell'abbazia di Montecassino dei tempi di Desiderio, l'abate che ha riscostruito e decorato la chiesa riferendosi all'eredità dell'antichità classica, della quale il Medioevo e debitore delle tecniche del mosaico pavimentale.
Tra i rilievi erratici conservati nella chiesa, interessante è questa scultura raffigurante una mano che fuoriesce dalla bocca di un serpente tenendo una catena di anelli. Si tratta di un resto del distrutto portale di facciata.
Rimangono da segnalare gli affreschi residui di un ciclo che doveva ricoprire completamente i muri della chiesa.

Nei sottarchi sono raffigurati santi vescovi, santi militari, monaci ed un asceta in uno stile che richiama le esperienze figurative bizantine della fine del XII secolo.

I corpi allungati, il grafismo delle vesti, la mancanza di ogni senso plastico, l'accentuazione dei tratti dei volti sono caratteristici di questo stile.
Nei pennacchi degli archi sul lato delle navatelle si trovano altre raffigurazioni di santi in posizione frontale ed un'interessante raffigurazione, l'unica con contenuti narrativi rimasta, della Presentazione al Tempio.
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