Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
La chiesa di Sant'Apollinare Nuovo costituisce costituisce l'opera più significativa del regno di Teodorico. Fatta cistruire intorno al 490 per gli ariani, la chiesa venne consacrata al rito cattolico dal vescovo Agnello dopo la riconquista di Ravenna da parte dei bizantini (540).
La facciata tripartita è preceduta da un portico costruito nel XVI secolo riutilizzando materiale antico, Pure rinascimentali sono il portale e la bifora che ne apre la parte superiore.
Alla parte destra della facciata si affianca il campanile cilindrico del IX secolo. Sette ordini di finestre progressivamente più ampie ne aprono la superficie.
Di fronte alla facciata si trova una colonna antica il cui capitello è sormontato da una pigna e da una croce metallica.
Sul fianco destro si conservano tre lati di un portico rinascimentale che nasconde parzialmente il fianco. I muri sono aperti da ampie finestre ravvicinate.
L'interno conserva la struttura basilicale anche se è stato molto modificato nel XVI e XVIII secolo. Il pavimento è ora più alto di quello originario di circa 1,2 metri, gli archi sono stati ricostruiti come pure l'abside. La copretura a cassettoni risale al '600.
Si è conservato integro il colonnato in marmo greco. Sulle colonne bei capitelli corinzi "a lira" sono sormontati da alti pulvini.
Tra le colonne del colonnato del VI secolo destro è inserito un ambone su colonne avente i lati anteriore e posteriore della cassa uguali e finemente scolpiti.
Del ciborio originario si conservano solo le quattro colonne in porfido dai bei capitelli scolpiti. Due di questi sono a cesto e sono ricoperti da rilievi fitomorfi profondamente intagliati; glia altri sono interessanti derivazioni del tipo composito.
Interessanti sono anche le transenne del presbiterio. La prima è scolpita con un tralcio che fuoriesce da un cantaro da cui sporge anche una croce; ai lati due pavoni. Le altre sono scolpite a giorno ed hanno la croce come elemento base.
Le pareti laterali della navata sono ricoperte da estesi mosaici di grande bellezza. Una parte dei mosaici risalgono al regno di Teodorico e sono opera di artefici provenienti da Bisanzio. Di quest'epoca sono in particolare, nella parte più alta delle navate, le scene dei Miracoli e della Passione di Cristo, importtanti soprattutto per le soluzioni iconografiche.
Tra le finestre sono inserite raffigurazione a figura intera di profeti ed evangelisti.
Nelle fasce al di sotto delle finestre si distendono due impressionanti processioni di vergini (a sinistra) e di martiri che si dirigono verso l'abside. Questi mosaici sono stati rifatti in epoca giustininianea (557-570).
Le vergini si dirigono verso la Vergine in trono con il Bambino che sta ricevendo i doni dei Magi che indossano ricchissimi abiti di foggia persiana.
Le vergini portano le corone del martirio ed indossano abiti intessuti d'oro, veli bianchi (simbolo di verginità) e diademi decorati con perle. Avanzano su un fondo d'oro e su un prato da cui spuntano delle palme, raffigurazione del Paradiso.
Dal lato opposto la processione dei martiri si dirige verso il Cristo in trono, in parte rifatto.
I martiri indossano tunica e pallio bianchi ed offorno a Cristo le corone del martirio. Alcune lettere di incerto significato, le gammadie, sono disegnate sui loro abiti.
La processione dei martiri parte da Ravenna, raffigurata sullo sfondo del palazzo di Teodorico, dai colonnati schermati da tendaggi sui quali si aprono delle logge. Al centro una struttura a timpano dove si legge la scritta "PALATIUM".
La processione delle vergini parte invece da Class, raffigurata con le sue mura, i fari e le navi ancorate nel porto.
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