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San Bassiano a Lodi Vecchio
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Fondata nel 380 dal vescovo Bassiano, la chiesa ne ospitò le reliquie sino al 1163, anno in cui furono traslate nel duomo di Lodi Nuova. Ai rifacimenti del XII secolo seguirono sostanziali interventi a partire dal 1320 quando all'edificio venne dato l'aspetto che ancora conserva.
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La facciata è divisa in tre sezioni da grandi contrafforti semicircolari. Ognuna di queste sezioni è scandita da una coppia di esili semicolonne che serrano tra loro le aperture.
Un singolo portale a fascio dall'archivolto a tutto sesto costituisce l'unico accesso.
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Una ghiera dell'archivolro ed i blocchi capillari sono scolpiti nella pietra bianca e contrastano con la struttura in laterizio del portale.
Al di sopra un rosone in pietra, ricostruito durante i restauri; intorno, una ghiera in cotto decorata a palmette.
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Procedendo verso l'alto seguono una larga monofora ed un'edicola contenente la copia della statua di S. Bassiano. L'originale è ora custodito nel duomo di Lodi Nuovo.
Gli spioventi del tetto sono sottolineati da una sequenza di archetti intrecciati.
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Delle bifore a vento aprono la parte superiore dei lati della facciata.
Cinque pinnacoli ne caratterizzano il profilo superiore.
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Il fianco meridionale è caratterizzato da robusti contrafforti che si prolungano fino al tetto della navata centrale. La fascia di archetti a pieno centro nella prima campata testimonia l'altezza della chiesa romanica.
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Il prospetto orientale presenta una torre campanaria probabilmente posteriore e tre absidi, di cui la centrale molto più grande coronata da fornici e da archetti pensili.
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Il fianco settentrionale presenta una porta dall'archivolto ogivale e dei contrafforti che salgono più in alto a bilanciare la spinta delle volte della navata centrale.
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L'interno a tre navate su pilastri polistili e coperto da volte costolonate è caratterizzato dall'opera pittorica eseguita dal cosiddetto Maestro di S. Bassiano nella prima metà del Trecento.
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I pilastri conservano ancora i capitelli romanici, decorati in maniera piuttosto rozza.
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Palmette, volatili ad ali spiegate, draghi anguiformi sono gli elementi che compoingono la decorazione.
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Uno dei pochi soggetti figurati potrebbe rappresentare Daniele nella fossa dei leoni.
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Ma il rilievo più interessante è quello che raffigura un calzolaio al lavoro: si tratta della formella che ricorda il contributo di quella corporazione ai lavori della chiesa.
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Fulcro della decorazione è il Cristo benedicente del catino absidale, circondato dai simboli degli Evangelisti, da Bassiano, dalla Vergine, dl Battista e da S. Cristoforo. Al di sotto la teoria degli Apostoli.
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I muri laterali sono caratterizzati dalla grande esuberanza decorativa del gotico lombardo che si esplicita nell'utilizzo della tecnica pittorica per arricchire gli elementi architettonici, quali i falsi conci marmorei degli archivolti e le finte finestre.
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Sulle pareti trovano posto anche affreschi figurati dipinti probabilmente con intenzioni votive.
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Gli affreschi delle volte risalgono sicuramente a dopo il 1323.
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La volta della prima campata presenta, su uno sfondo di stele rosse e verdi, dei bovari alla guida di carri. La decorazione testimonia che i lavori della volta sono stati finanziati dal paratico dei bovari, come sottolineato da una scritta che si trova nella campata Nord: "MCCCXXIII PARATICUM BOATERIOR FECIT FIERI HOC CELU".
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La volta successiva è decorata con la rappresentazione dei simboli degli Evangelisti mentre...
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...quella successiva, all'interno di tondi azzurri, spiccano i busti di quattro dottori della chiesa. Tutte le volte hanno al centro il caratteristico motivo a padiglione policromo.
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Lo stesso schema decorativo continua anche nelle navate laterali.
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