Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


San Gavino a Porto Torres
La basilica di S. Gavino costituisce il più grande edificio romanico dell'isola ed uno dei più interessanti per la pianta ad absidi contrapposte, iconografia che non ha eguali in Sardegna e solo altri tre in Italia. I documenti forniscono poche informazioni certe sulla data di costruzione dell'edificio che secondo alcuni autori venne edificato in un'unica fase costruttiva tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII in un'epoca in cui il Giudicato di Logudoro stava acquistando una certa autonomia da Bisanzio: questa la probabile ragiore della scelta di un schema che rimanda ad influenze carolingio-ottoniane.
Il prospetto orientale è dominato dall'abside sormontata dal profilo della navata centrale coronato da un timpano movimentato da una finta loggia i cui archi seguono gli spioventi. Molto più basse le navatelle laterali. Il cilindro absidale, aperto da tre monofore è percorso da archi ciechi su lesene che continuano sui muri orientali delle navatelle.

Il fianco meridionale è ordinatamente scandito, su entrambi i livelli, da archi ricadenti alternatamente su lesene e su mensole.

Su questo fianco si aprono due portali gotico-catalani di cui quello maggiore, risalente al 1492, costituisce uno degli esempi più illustri della Sardegna.
L'estremità occidentale delle navatelle è rialzata su uno pseudo-transetto non eccedente che sembra, nelle intenzioni dei costruttori, voler attribuire a questa estremità della chiesa una maggiore importanza.
Il prospetto occidentale riprende le caratteristiche di quello oreintale anche se la presenza dello pseudo-transetto ne limita lo slancio.
Il fianco Nord è simile a quello Sud; su questo lato si apre, all'estremità occidentale, l'unico portale romanico che si conserva.
Il portale ha una struttura di tipo lombardo ed una decorazione scultorea che rimanda a varie influenze.
Elementi scultorei caratterizzati da notevole plasticità (di scuola lombarda) si affiancano ad incisioni che rimandano a lontane influenze orientali.
La lunetta è occupata dalla copia di un rilievo dell'XI secolo (l'originale è conservato all'interno) raffigurante uno scontro armato tra fanti e cavalieri. Al centro, una figura maschile ed una femminile si volgono ansiosi verso i combattenti. Il soggetto raffigurato rimanda probabilmente ad un evento reale di cui si è persa la memoria.
L'interno si presenta ampio e luminoso. La lunga navata collega senza impedimenti le due absidi contrapposte.
Le navate sono divise da file di colonne di reimpiego inframezzate da pilastri cruciformi.
L'abside occidentale è rialzata su tre gradini ed è anticipata da una coppia di pilastri che identificano una sorta di breve transetto; quella orientale è meno slanciata e non è sottolineata da elementi architettonici.
La maggioranza dei capitelli è romano di reimpiego. Alcuni possono essere fatti risalire al V secolo mentre un paio sono stati eseguiti appositamente, come quello decorato da due ordini di foglie tra le quali si trovano sottilissimi caulicoli.
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