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La cattedrale di Santa Maria a Bari
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Sin dall'inizio dell'XI secolo esisteva una chiesa di S. Maria indicata dalle fonti come sede dell'episcopio. Entro il 1060 venne completata la prima chiesa di cui si hanno notizie più precise. Di forma basilicale, quella chiesa si riconosce nella parte inferiore dell'attuale chiesa che, iniziata intorno alla metà del XII secolo, doveva essere quasi completata intorno al 1180.
Sono evidenti gli interventi settecenteschi sui portali, non completamente ripristinati nei restauri dell'inizio del XX secolo durante i quali parte del corredo scultoreo della facciata venne rifatto.
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La facciata a salienti interrotti è tripartita da due pesanti lesene che sono collegate da due cornici parallele non troppo distanziate e decorate con rilievi a carattere vegetale. Quella inferiore è interrotta dal rosone che venne inserito all'inizio del XIV secolo e la cui parte interna è stata rifatta nel XX secolo.
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Di gusto gotico sono le figure animali e mostruosi che si protendono dinamicamente verso l'esterno, probabilmente ispirate ad esempi oltremontani.
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Altre figure meno dinamiche popolano le mensole degli archetti che delimitano gli spioventi.
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L'esterno della chiesa riprende la struttura di S. Nicola, con i profondi arconi dell'ordine inferire sormontati da una loggia ad esafore. Sul lato Nord è addossata la Trulla, struttura sopraelevata nel Seicento ed utilizzata come sacrestia ma che doveva essere il battistero della primitiva cattedrale.
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La facciata Nord del transetto è affiancata dalla torre absidale che venne ricostruita nel XIV secolo e si conserva nelle forme datele a parte la cuspide ripristinata dai restauri. La torre gemella di Sud-Est, crollata nel Seicento, non venne ricostruita.
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La parte inferiore del transetto è movimentata da archi ciechi a bassissimo aggetto.
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L'imponente facciata orientale del transetto è difficilmente apprezzabile nel suo insieme per la vicinanza delle case. L'elemento più importante è ovviamente il grande finestrone centrale.
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Il finestrone presenta una cornice riccamente decorata con un tralcio abitato. Una ghiera aggettante ricade su rilievi raffiguranti due arpie che costituiscono i capitelli di due colonne ricadenti su elefanti stilofori.
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Le sculture sono state integrate dai restauri ma restituiscono probabilmente l'aspetto degli originali. In particolare le arpie potrebbero essere opera di uno scultore proto-barocco.
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Di grande bellezza sono i tralci abitati, per il naturalismo delle figurazioni e la raffinatezza della composizione.
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Al vertice del finestrone un'arpia tiene tra gli artigli una maschera congelata in un urlo di terrore. Un altro mascherone azzanna un tralcio al centro del davanzale. Al di sotto una lastra raffigurante due pavoni affrontati.
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Dal cortile dell'Episcopio si apprezza la vista più bella sulla chiesa. Il tiburio sorge sull'innesto tra la navata ed il transetto, coronato da una ricca fascia scolpita. Al di sotto la facciata Sud del transetto, ricostruita nella parte superiore dopo il crollo della torre.
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Il rosone ricostruito nel Seicento si sposa benissimo con la struttura romanica dell'edificio.
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Le finestre inferiori del transetto si sono parzialmente conservate. Tre delle quattro mensole, raffiguranti leoni e grifoni nell'atto di atterrare figurazioni del Peccato, sono originali.
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