Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche
Sant'Andrea a Pistoia
La chiesa di Sant'Andrea risale al VII secolo anche se l'edificio attuale è stato costruito nel XII secolo. La scritta dedicatoria del rilievo dell'architrave porta la data del 1166. La parte inferiore della facciata ha una struttura di tipo pisano, con quattro colonne addossate collegate da archi che la dividono in cinque sezioni.
La sezione centrale è più ampia ed ospita il portale principale. Caratteristica dei portali pistoiesi è la sovrapposizione di molti elementi scolpiti (capitelli imposta ed architravi) al di sotto di un archivolto a conci alternati di marmo bianco e serpentino verde.
I capitelli imposta che sorreggono l'architrave sono attribuiti al Maestro Enrico e costituiscono un'interessante novità nel romanico toscano in quanto si tratta del primo caso in cui questi elementi sono istoriati.
Su uno sfondo decorato a racemi sono raffigurate a sinistra l'annucio dell'angelo a Zaccaria e, nella parte interna, la Visitazione.
Sul capitello destro è raffigurata l'Annunciazione; nella parte interna la figura di S. Anna.
L'architrave è firmata da Gruamonte ed Adeodato e datata 1166. Vi sono raffigurati la visita dei Magi ad Erode (si noti il drago scolpito sul trono, simbolo del male) e la successiva visita alla Madonna ed a Gesù. All'estrema destra Giuseppe è rappresentato isolato.
Al di sopra di un'altra architrave finemente decorata a palmette e caulicoli, si trovano due leoni raffigurati mentre schiacciano un drago ed un uomo nudo che per i capelli ricci può forse essere identificato con un moro. Sono anch'essi attribuiti alla bottega di Gruamonte.
I portali laterali presentano la stessa struttura di quello centrale con il decoro scultoreo limitato alla ghiera esterna degli archivolti.
Sulle ghiere sono scolpite sequenze di animali aperte da due uomini, un pastore a sinistra ed un cacciatore che suona un corno a destra.
Gli animali sono sia domestici che selvatici, con l'aggiunta di un drago. Gli animali selvatici sono in genere inseguiti da cani, come nel caso di questa volpe.
Sulle colonne si trovano bellissimi capitelli corinzi finemente scolpiti; pure finemente cesellate sono le ghiere degli archi.
Appena sotto il livello dei capitelli il paramento murario diventa bicolore. A strisce orizzontali sotto gli archi, al di sopra di questi la decorazione diventa più complessa: losanghe e cerchi a colori alternati sono sovrapposti con un certo disordine.
Al di sotto degli archi sono inseriti gli immancabili rombi gradonati di tradizione pisana. Il quadrato centrale è decorato con tarsie geometriche di buona fattura.
I fianchi sono di grande semplicità con il paramento aperto da rade finestre di cui le superiori rifatte in epoca moderna. Sul fianco destro di apre un portale dall'archivolto bicolore decorato con una ghiera scolpita a palmette
L'interno a tre navate su colonne colpisce per la notevole elevazione. L'abside è molto alta rispetto alla larghezza della navata centrale mentre al di sopra delle colonne si estende un'ampia superficie piana aperta da poche finestre.
Il cilindro absidale è aperto da due ordini di strette monofore. La serie delle colonne è interrotta da pilastri in corrispondenza della penultima campata per delimitare la zona presbiteriale.
La navata centrale è coperta con un tetto a capriate dipinto vivacemente.
I capitelli sono tutti di tipo corinzio o composito.