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Sant'Andrea a Pistoia
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Tra le colonne della fila destra è collegato il pulpito opera di Giovanni Pisano (1301), una delle massime opere della scultura gotica.
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Il programma figurativo è diviso in tre parti: le basi figurate delle colonne illustrano simbolicamente alcune verità di fede; il livello degli archi ogivali fa riferimento al Vecchio Testamento; il livello del parapetto fa riferimento al Nuovo Testamento.
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Il pulpito è sorretto da sei colonne esterne ed una centrale. Tre delle basi sono figurate. La leonessa che allatta i cuccioli e tiene tra le zampe un coniglio rappresenta Cristo che accoglie protegge i suoi fedeli.
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Il leone che abbatte il cavallo simboleggia la vittoria di Cristo sull'Anticristo.
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L'atlante raffigurato in una posa tormentata simboleggia l'uomo che non ha accolto la verità che è oppresso dal peso del peccato.
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Il leone, l'aquila ed il grifo scolpiti sulla base della colonna centrale simboleggiano la morte, la Resurrezione ed il ritorno finale di Cristo.
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Al livello degli archi trilobati i profeti e le sibille richiamano il Vecchio Testamento.
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Il parapetto è costituito da cinque lastre istoriate da Giovanni con uno stile estremamente personale in trovano posto insieme a reminiscenze dello stile classicheggiante del padre Nicola, pur reinterpretato, scene di grande intensità emotiva.
Debitrice dell'influenza del padre è la prima lastra dove sono raffigurate l'Annunciazione, la Natività e l'Annuncio ai Pastori.
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La seconda lastra raffigura L'epifania, l'avvertimento dell'angelo ai Magi di non tornare da Erode ed il sogno di Giuseppe.
Sugli spigoli trovano posto delle statue raffiguranti, ai lati di queste due prime lastre, S. Stefano, Il Cristo Mistico e S. Andrea.
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La terza lastra è dedicata alla Strage degli Innocenti: Erode in alto a destra ordina la strage mentre già in basso i soldati stanno eseguendo l'ordine. Si tratta del rilievo in cui maggiormente si esprime la capacità di Giovanni di creare scene di alta drammaticità. Alla destra il Tetramorfo è completato dall'aquila che ha la funzione di lettorino.
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Nella quarta lastra il Crocefisso al centro divide in due la folla che attornia la croce. A sinistra la Madonna è ritratta mentre sviene sorretta dalle compagne, a destra gli ebrei colpevoli si allontanano spaventati. Cristo è raffigurato già morto, con grande attenzione ai dettagli anatomici. A destra la statia che raffigura gli Apostoli.
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L'ultima lastra raffigura il Giusdizio ed è divisa in due. In alto regna la calma mentre Cristo accoglie gli eletti; in basso i dannati si contorcono in grottesche posizioni mentre vengono spinti verso Satana. L'ultima statua angolare raffigura la folla angelica.
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Le prime due lastre sono quelle in cui meglio si osserva l'influenza classica dell'attività giovanile di Giovanni. Le scene sono improntate a grande equilibrio e compostezza.
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La lastra della Crocifissione, grazie anche alla soluzione dei bracci della croce posti a V, raffigura in maniera estremamente efficace il drammatico momento della morte che restituisce la pace al corpo di Cristo e genera opposte reazioni negli astanti.
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Ma è nelle altre due lastre in cui viene espresso il massimo livello di drammaticità, nelle espressioni delle madri cui vengono uccisi i figli e nei dannati tormentati dai demoni.
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